Viaggi

Segonzano: connubio di bellezze naturali e di colture viticole

Segonzano è un paese che dista una trentina di kilometri dalla città di Trento.
Il suo territorio ha altezze altimetriche diverse; si va dai 400 ai 1500 metri di differenza.
Per poter sviluppare un’economia esso, nel corso dei secoli, è stato strutturato a terrazzamenti fatti con la tecnica del muro a secco. Sono stati utilizzati per questo lavoro dei grandi sassi di pietra porfido. Penso che sia solo vedendo questi muri a secco che si può comprendere la fatica e l’impegno occorsi per realizzarli.
Su questi terrazzamenti viene coltivata dell’ottima uva.
Mi viene raccontato che la zona riforniva l’uva da tavola all’impero austro-ungarico.
Il vino che si ottiene è anch’esso di ottima qualità e questo sia per le  correnti miti che provengono dalla zona del Garda e sia per lo sbalzo termico.

A Segonzano oltre a questa monumentale opera dei terrazzamenti, su di un alto sperone si trova il suo castello. La costruzione risale all’incirca al 1200. Da qualche anno è stato restaurato ed è visitabile.
Il panorama che è visibile da questo castello affascina per la quantità di elementi naturali da osservare e soffermarci con lo sguardo.

Un’ altra opera monumentale di Segonzano sono le sue famose piramidi di terra: millenario incanto naturale.
Appena imboccato il sentiero sono posizionati dei cartelli che indicano i percorsi verso tre differenti gruppi di piramidi.

Queste risalgono a molti milioni di anni fa quando ancora la zona era ricoperta dai ghiacciai. Quest'ultimi, quando si ritirarono causarono la disgregazione dei fianchi delle montagne e l'azione erosiva dell'acqua trasmutò detti fianchi in colonne. A queste colonne venne dato il nome di piramidi.
Alcune piramidi sono fatte a punta, altre a cresta, altre sono ricoperte di vegetazione.
Altre hanno sulla loro cima un masso, una specie di cappello, che serve a proteggerle dagli agenti atmosferici. Se il masso che funge da protezione, per svariate cause dovesse cadere, la fine della piramide nell'arco di qualche secolo è segnata in quanto essa si sgretola.
Lungo il sentiero, formato per lo più da scalini in legno, ce n’è uno grande e possente caduto da chissà quale piramide. Sembra quasi chiedere scusa per il suo scivolamento e voglia domandare all'uomo di riposizionarlo nella sua “colonna” per proteggerla. Peserà all'incirca sui 500 kilogrammi.

Il bosco molto lussureggiante, che accompagna il visitatore, è formato per lo più da conifere e latifoglie. Esso fa da coreografia con i suoi posti di ristoro appositamente creati e con i suoi punti panoramici dai quali il mio sguardo spazia fra la suggestività delle vette dei monti trentini.

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