NEVE SUL MASSICCIO DEL GRAPPA
Per parecchi giorni in questo inizio mese di gennaio 2021 in montagna ha continuato a nevicare.
Di neve ne è caduta abbastanza tanto che le strade ne erano sempre ricoperte sebbene lo spazzaneve passasse più volte al giorno.
La montagna di cui sto parlando è il Monte Grappa.
E’ una montagna che ha vissuto “in prima persona” il conflitto mondiale e dei suoi terreni conservano ancora la memoria delle granate. Nella sua cima si trova il sacrario militare, un distaccamento militare del Ministero della Difesa che lo sorveglia e il santuario della Madonnina del Grappa.
Oltre a questo santuario nella montagna ci sono delle chiesette e precisamente ce ne sono quattro: una a Costalunga, una a Camposolagna, una a Val di Lepre, una ai Colli Alti, una in Val Dea Giara. Sono chiesette tipicamente montane e appartengono ai vari comuni nei quali è suddiviso questo Massiccio. I comuni sono: Alano di Piave, Borso del Grappa, Cismon del Grappa, Crespano del Grappa, Pederobba, Possagno, Pove del Grappa, Romano d’Ezzelino, San Nazario, Seren del Grappa, Solagna.
E’ una montagna unica per la sua bellezza e questo in qualsiasi stagione.
In estate i suoi agriturismi e ristoranti offrono le specialità tipiche della zona.
In autunno Il Monte del Sole situato nella parte ovest è un tripudio di colori di foglie offerto dai molti alberi a foglie cadute che ci sono.
In inverno la neve conferisce all’ambiente un fascino unico.
E’ di questo che ora vi parlo considerando il momento particolare.
Esso forma un susseguirsi di spazi innevati dove alberi di pino ricolmi di fiocchi supportano elegantemente il peso, arbusti i cui rami sembrano pezzi di cristallo capaci di riflettere la loro luce ad ogni raggio di sole al punto che a volte sembrano essere dei prismi.
Anche le case con la neve assumono connotati particolari.
Sembra si servano della neve come scialle per proteggersi dal freddo, per riparare le cose che custodiscono e le memorie che conservano.
A parte Bellavista, il villaggio del Sole e la val di Lepre dove si trovano un insieme di abitazioni, le restanti case in questa montagna sono sparse; alcune sono nuove costruzioni, la maggior parte comunque sono casare ristrutturate.
Le casare hanno sempre la stalla affiancata e sono quelle abitazioni che un tempo i contadini ne usufruivano per portare al pascolo i loro animali nel periodo estivo.
Con il cambio generazionale ora sono inattive. Vengono utilizzate come luogo di villeggiatura e di refrigerio in estate per “sfuggire” al caldo umido della pianura veneta.
Sono costruzioni molto caratteristiche. Hanno il tetto spiovente in lamiera, le finestrelle piccole con la griglia in ferro e sono costruite di sassi.
Alcune di esse sono incastonate in qualche valle oppure sulla cima o a ridosso di qualche altura.
In questa montagna innevata, della quale sto percorrendo con le ciaspole un suo sentiero, regna un silenzio particolare.
E’ un silenzio che fa compagnia e che ritempra; un silenzio vivo. E’ il silenzio della neve. Per capirlo si deve viverlo, toccarlo con mano, camminare al suo fianco.