Il gioco nella storia dell’umanità ha sempre rivestito molta importanza. Nell’antica Roma si organizzavano i giochi al circo oppure le corse delle bighe e nell’antica Grecia quelli olimpici.
I bambini, mi riferisco all'epoca romana, possedevano dei giocattoli ed erano i genitori stessi che glieli costruivano o li donavano loro nella ricorrenza del compleanno oppure in altre occasioni importanti. Questo perdurò per molti secoli. La maggior parte dei giocattoli era costruita con il legno. Si pensi ai tricicli, ai cavallini a dondolo, alle trottole e ai birilli. Con la lana o la tela si confezionavano bambole e animali. Con il cuoio si facevano le palle. Questa usanza perdurò fino all’epoca della industrializzazione. Da allora i genitori non disponendo più di tempo perché occupati nel lavoro e nel disbrigo delle faccende domestiche si "affidarono" ai giocattoli di plastica molto belli e colorati ma senza l’anima della persona di famiglia che si era premurata di realizzarli.
Con il trascorrere degli anni i giochi sono stati perfezionati dall’industria di settore al punto da essere inseriti in dispositivi elettronici. Il protagonista ora è un tableau e si interagisce con esso. Rivedere i giochi di allora e giocarci è un modo per ricordare e riproporre momenti di condivisione e allegria. E’ vivere un momento di spensieratezza durante il quale la mente è assorta nella manualità giocosa e divertente del gioco.
In Veneto sono parecchie le associazioni itineranti che propongono al pubblico i giochi con i quali un tempo ci si divertiva. Propongono giochi realizzati con materiale di recupero quali il legno e che integrano le capacità di logica, di precisione, di equilibrio e di socialità.
Si pensi ad esempio ai trampoli, al camminare su degli scii in coppia, all'inserimento di sfere di misura variabile in un pannello.
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