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Rubbio: il paese dei due comuni

 

Rubbio è un paese che si trova sull’altopiano dei 7 Comuni ed è a 1.000 metri all’incirca sul livello del mare.
La vista che si può ammirare da quassù, essendo esso posizionato su di una dorsale, è di una bellezza incomparabile.
Nelle giornate limpide e con il cielo terso la vista può spaziare fino alla laguna veneta, all’appennino bolognese e alle dolomiti fino al Lagorai.
La particolarità di Rubbio, seppur esso disponga di una piccola superfice e i suoi abitanti siano sui quattrocento, è amministrato da due comuni; una parte è di Bassano del Grappa, una parte di Conco Lusiana.
Fino a qualche secolo fa era anche di due diocesi. Poi il vescovo di Vicenza ha donato la sua parte a Padova.
Nel suo territorio ci sono parecchie malghe che producono un’ottima latte ed altrettanti formaggi.
Ci sono anche agriturismi.

A Rubbio c’è la coltivazione del sedano e la bontà di questo ortaggio è data dal suo terreno e dallo sbalzo termico fra il giorno e la notte.
Il sedano, un tempo, veniva portato in pianura e venduto contribuendo con il ricavato al sostentamento dell’economia della famiglia.
In settembre c’è una sagra con un ricco stand gastronomico per valorizzarlo.

Nella montagna di Rubbio negli anni addietro, e in parte anche ora, veniva estratto il marmo.
Alcune cave sono state dismesse. Alcune di queste, e precisamente tre, sono state recuperate trasformandole: una in laboratorio e due in opere d’arte realizzate dall’artista bassanese Toni Zarpellon.
Si trovano nella parte est del paese e si possono raggiungere in auto.
Io vi descrivo la cava dipinta.
La prima impressione che ricevo è quella di tanti massi colorati posizionati uno accanto all’altro senza un ordine preciso.
Mi avvicino, inizio a guardarli e ho la sensazione che anche loro iniziano a guardare me.
Su questi sassi sono rappresentati tanti animali; c’è la balena, il dromedario, il toro e tanti altri.
I nostri sguardi si incontrano e così timidamente, almeno da parte mia, inizia il dialogo.
Forse è un dialogo di fantasia, forse è la loro voce. Non lo so, so che cattura la mia attenzione.
Mi raccontano la loro storia che è una storia di millenni di anni, le emozioni della loro anima, la contentezza nell'essere stati scelti per venire colorati e dipinti e che qualcuno abbia dato loro un abbozzo di anima seppur attraverso sassi dimenticati e scartati.
Quando avrò un attimo di tempo scriverò queste storie.

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