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Passeggiata a Galzignano Terme e al giardino monumentale di Valsanzibio

Galsignano Terme è un comune situato sui Colli Euganei.
Il suo territorio è formato da una vegetazione lussureggiante composta da boschi di sambuchi, frassini, robinie e da una campagna ben coltivata.
Le sue attrattive sono il Monte Rua e la Villa di Valsanzibio.
Non si devono comunque dimenticare di citare le sue piscine termali dislocate nelle varie spa fornite di ogni confort per un soggiorno piacevole e gradevole.

Il monte Rua è famoso per il suo monastero costruito attorno al 1300. Oggi giorno è abitato da monaci che conducono la loro giornata fra preghiere, lavoro e meditazione, attorniati da una natura e da un silenzio che aiuta queste pratiche.

A Valsanzibio si trova la villa Barbarigo.
La storia racconta che i Barbarigo erano dei nobili veneziani che scapparono da Venezia nel periodo della peste del 1600. Francesco Barbarigo fece voto che se lui e la sua famiglia fossero stati preservati avrebbe fatto costruire un’opera grandiosa.
Rispetterà questo suo voto.
Nel giardino della villa ci sono più di settanta statue. L’estensione del suo parco è sui dieci ettari.
Di questi otto a giardino e due a bosco.
Il giardino è un susseguirsi di vialetti, di fontane, di boschetti, di spazi verdi, di edicole.
Esso ha ricevuto nel 2003 il premio per il più bel giardino d’Italia e nel 2007 quello per l’Europa.

In questa villa c’è anche un labirinto e sarà questo che descriverò.
Quanto ero nell'età della fanciullezza mi piaceva disegnare labirinti. Ero rimasta affascinata dalla narrazione della mia maestra del mito di Teseo per il coraggio e la forza dimostrata da questo ragazzo nell’uccidere il Minotauro e salvare così sette fanciulle e sette giovani, che ogni anno la città di Atene doveva a Creta in sacrificio.
Racconto brevemente l Mito.
Minosse era il re di Creta. Sposò Pasifae.
Fra Pasifae ed Afrodite non c’era molto accordo. Un giorno Pasifae offende Afrodite e questa, per vendetta, la fa innamorare di un toro. Dall’unione nasce un figlio metà uomo e metà toro che sarà chiamato Minotauro.
Minosse cerca di nascondere la cosa. Fa costruire un labirinto e in questo mette il Minotauro.
Per sfamarlo impone alle città che lui governava un tributo di sette fanciulle e sette giovani ogni anno.
Teseo era stato aiutato anche dalla sua buona sorte. La figlia del re di Creta si era innamorata di lui e per facilitare il suo ritorno dal labirinto gli offrì un gomitolo di lana rossa.
Allora mi divertivo a disegnare labirinti e poi cercar il percorso attraverso il quale uscirne. Ora, in età adulta, dei labirinti ne sono ancora attratta per la complessità del loro camminamento.


Il percorso del labirinto della villa di Valsanzibio è delineato da siepi di bosso alte più di una persona e intersecato da più viali. Il bosso sebbene sia una pianta robusta necessita di annaffiature, di concimazione e di potatura.  
Lo spazio dei viali in larghezza è sui 50 centimetri.
Quando si percorre un suo viale ci si deve ricordare del cammino fatto e avere come riferimento il punto cardinale dal quale si è iniziato il tragitto perchè esso servirà da bussola per ritrovare la strada del ritorno.

Io considero il labirinto una giocosa passeggiata intellettuale.
Innanzitutto nel percorrerlo non devo e non posso affidarmi al caso; devo riflettere sul mio avanzare e se strada facendo dovessi notare difficoltà nel ritrovarmi devo retrocedere.
L'alta siepe che costeggia il percorso del labirinto la interpreto come la complessità delle situazioni che accompagna il proprio percorso esistenziale.
A volte bisognerebbe modificare “la propria diagonale” sulla semplicità del bimbo dove tutto è facile e dove c'è sempre l'idea fortuita o geniale che risolve.
 

 

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