E’ una giornata nuvolosa ma oramai ho programmato l’escursione sul Monte Pasubio e le sue 52 gallerie.
Spero nella clemenza del tempo e che le condizioni atmosferiche non peggiorino
Un po' di storia
Il Monte Pasubio (Prealpi Venete) inizia dalla pianura Veneta e termina a Rovereto.
La strada delle 52 gallerie è stata costruita nel 1917, un anno prima che terminasse la prima guerra mondiale che ebbe inizio nel 1915 e finì nel 1918.
Le ragioni che hanno portato alla sua costruzione sono tecniche.
Gli austroungarici combattevano nel versante loro chiamato “trentino”.
Gli italiani sul versante opposto: il versante italiano.
Nel mezzo dei due versanti c’era una strada o più precisamente l’unica strada carrozzabile utile per gli approvigionamenti.
E … l’esercito austro-ungarico non perdeva occasione per bombardare il nemico.
Inutile dire che i soldati italiani cercassero tutte le escamotages possibili come il percorrere la strada di notte, mimetizzarsi.
Nonostante non riuscivano a sfuggire alle pallottole dell’esercito austriaco.
Per ovviare questo e le relative perdite l’unica possibilità che l’esercito italiano aveva era quella di costruire un’altra strada nel versante opposto della montagna, in tal modo non poteva essere visto dagli avversari.
L’esercito italiano cercava di difendersi strenuamente da quello austro-ungarico. Se quest’ultimo fosse riuscito a sfondare la linea di confine la sua vittoria sarebbe stata assicurata e l’Italia avrebbe perso la sua sovranità.
Siamo in tempo di guerra, non c’era tempo per fare progetti, si doveva fare tutto e subito e veloce. Il progetto venne affidato ad un giovane tenente e questo riuscì a portare a termine il lavoro nell’arco di dieci mesi.
L’inizio fu in marzo del 1917 e il termine in dicembre dello stesso anno. Subito la squadra era composta da una ventina di persone alle quali se ne aggiunsero, nei mesi successivi, delle altre arrivando al numero di 600. Per costruire questa strada dovettero essere realizzate delle gallerie, per l’esattezza 52 di lunghezza diversa, alcune hanno una lunghezza sui 10 fino ad arrivare a 132 metri.
La particolarità o limite, di questa strada è che poteva essere percorsa, considerata la sua conformità, non dai mezzi meccanici ma dai muli e in doppio senso, i quali avevano il compito di portare l’occorrente per la guerra.
Ogni galleria ha il nome di un battaglione che si adoperò per costruirla e combatté nella zona.
Riflessioni
Questo itinerario fa riflettere, soprattutto, me lo si consenta, nel periodo di questo 2022 iniziato con una guerra a “due passi” da noi.
Forse la storia bisognerebbe leggerla un po' di più.
Forse, dico forse, bisognerebbe sacrificare qualche ora di reality e sfogliare le pagine del voluminoso libro della storia per non dimenticare.
Fra le pagine del libro della storia c’è la consapevolezza di popoli che vissero sì in un’altra epoca ma che avevano un ideale fermo e deciso. Avevano l’ideale della libertà loro e dei loro posteri. E … per leggere questo concetto non si deve andare tanto a ritroso nel tempo.
Ci sarebbero anche altre considerazioni da fare ma mi soffermo solo su alcune: cosa serve una guerra? Ma cosa servono le scoperte scientifiche e tecnologiche se un uomo uccide un altro ancora con una pallottola come nel 1400? se non si è capaci di dialogare?
Ma dopo le due ultime guerre mondiali non si è ancora compreso che il pezzo di terra che oggi si conquista domani lo si lascia perché in questa dimensione è così?
La passeggiata
Il tempo di percorrenza dal parcheggio al rifugio Papa è sulle quattro ore.
Si parte da passo Xomo. Qui l’altezza è sui 1000 metri e si arriva al rifugio Papa ad un’altezza che si aggira sui 1900 metri dal livello del mare.
La lunghezza è sui sette chilometri. Nel complesso è abbastanza facile, un po' impegnativa è invece quando c’è la salita.
E’ indispensabile una torcia perché le gallerie non sono illuminate e soprattutto serve un buon equipaggiamento perché in certi tratti le gallerie sono un po' scivolose.
La galleria più impegnativa è la numero 19, qui i pertugi sono assenti per cui, come ho scritto sopra c’è la necessità di una torcia.
A fine percorso si inizia intravvedere un rifugio: il rifugio Papa, ristorante rinomato per la sua cucina.
Il panorama è un alternarsi dei monti delle Piccole Dolomite e della Valle del Leogra.
Purtroppo, il tempo è nuvoloso, per cui molti scenari sono offuscati dalla nebbia e, … tanto per aggiungere un qualcosa, il cellulare oggi fa qualche capriccio, non vuole registrare.
Perché? … Non lo so, così ha deciso lui. Questa volta posto solo delle foto.