L'albero di Natale all'uncinetto

L’albero di Natale ha una storia molto antica.
Si racconta che l’antico popolo dei Romani si scambiasse un rametto di pino, pianta sempreverde, come messaggio benaugurante e durante il mese di gennaio nelle loro case ci fossero in tutte le loro stanze rametti di questo albero.
Wikipedia scrive che nel 1441 in Estonia fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio e attorno a questo ci furono danze e balli.
Riporta inoltre sempre la stessa fonte che la città che detiene l’instaurazione del primo albero di Natale, come riportato in una sua targa scritta in otto lingue” è la città di Riga in Lettonia.

Gli alberi di Natale fecero quindi la loro comparsa prima nei paesi dell’est Europa, solo in un secondo tempo “approdarono” nei paesi europei.
Era il 1982 quando il papa Giovanni Paolo II nel piazzale del colonnato del Bernini fece erigere un albero di Natale, trasportato da un suo conterraneo fino a Roma.
Da quell’anno e negli anni a seguire l’albero di Natale domina la piazza e alla sua sinistra viene allestito un presepio.
Ogni anno l’albero viene donato allo Stato Pontificio da una regione diversa d’Europa.
Anni fa, precisamente nell’anno 2019, l’anno del Vaia, fu dato da un paese dell’altopiano di Asiago, il comune di Rotzo, provincia di Vicenza, Regione Veneto.

Il significato dell’albero è innanzitutto di festa, di nascita, di celebrazione di un qualcosa.
Forse è un ricollegarsi al famoso giardino dell’Eden dove gli alberi crescevano rigogliosi e sempre con tanta frutta; giardino questo dove le stagioni non esistevano, esisteva la presenza di qualsivoglia cosa si desiderasse.
L’albero che si usa per fare l’albero di Natale è un sempreverde, testimonianza di un qualcosa che c’è sempre.
Se si ha la fortuna di passeggiare in un bosco di abeti si avverte la loro forza. Basta anche avvicinarsi ad uno di questi alberi per avvertire, o più precisamente, percepire come lui sa toccare il nostro essere risvegliando lo stupore, la meraviglia, la speranza, la tenacia.   

E’ ormai prassi addobbare l’albero con palline di plastica o materiale similare colorate, con fiocchi acrilici e tante luci elettriche.
Un tempo gli addobbi erano un po' diversi. Si prendeva la frutta: mele, arance, si tagliavano a fettine, si facevano essiccare in forno e poi si appendevano. Si appendevano noci, stecca di cannella, caramelle, cioccolatini, babbi natale di cioccolata.

Comunemente non c’è una data precisa per fare l’albero di Natale. Alcuni dicono che si deve fare all’ 8 di dicembre, altri una settimana prima di Natale. In aiuto ci viene il periodo dell’avvento che va dall’ultima domenica di novembre alla vigilia del Natale, cioè il 24 dicembre. Secondo me, ogni giorno, in questo periodo è indicato per addobbarlo.

Sulla sua cima solitamente si mette un puntale. Il simbolo di questo è l’elevazione, cioè l’uomo deve oltrepassare il materiale per avvicinarsi allo spirituale, ad una dimensione superiore di se stesso.

In ogni piazza del Veneto fa bella mostra un bell’albero addobbato con addobbi vari e scintillante di luci.
Quest’anno la mia attenzione va su un albero realizzato in modo particolare.
La struttura è in ferro. Il suo abbellimento con la lana, o meglio con le mattonelle realizzate all’uncinetto dalle signore del comune di Loria.
Non saprei di quanto mattonelle è composto, anche perché è alto.
Avvicinandosi ad esso la prima sensazione che si ha è quella dello stupore per la mole di lavoro occorsa, per l’impegno nel fare queste mattonelle ed assembrarle, per la vivacità dei colori e dei loro disegni ma soprattutto per quel senso di appartenenza ad un gruppo che ha aiutato queste donne a portare a termine un così impegnativo lavoro.

 

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