E’una giornata soleggiata e l’idea di un’escursione in montagna mi sta corteggiando.
Considerate le condizioni atmosferiche preparo in fretta l’occorrente; zaino, equipaggiamento (in montagna niente è certo), ciaspole, racchette e parto.
La meta è il Monte Asolone; punto di partenza dell’escursione il Finestron.
Questi si trovano sul Massiccio del Monte Grappa.
Intraprendo la strada Cadorna. Al Ponte San Lorenzo proseguo verso la Val del Lepre. Strada facendo dopo dieci minuti alla sinistra c’è una chiesetta, proseguo ancora per qualche minuto sempre dritta finché raggiungo un ristorante ”Il Finestron” che è chiuso al pubblico.
Qui c’è un ampio piazzale e parcheggio.
Il sentiero per l’escursione inizia sul retro del ristorante dove un cartello del Cai indica per Col della Berretta e Monte Asolone.
Il percorso inizia da subito con la salita; è il paesaggio che ripaga la fatica.
C’è tanto silenzio attorno; è un silenzio di benvenuto, di cordialità, di riflessione, di speranza, di sostentamento e di sfida.
Sì,… ammetto che è difficile capire quello che scrivo riguardo a questo silenzio vulnerabile, sensibile, coraggioso; d’altronde è complesso anche per me cercare di interpretare la sua essenza e tradurlo in parole.
Di neve ne è caduta tanta. Gli alberi portano con difficoltà il suo peso. I tetti delle case, seppur spioventi, devono supportare il suo spesso strato. Alla notte la temperatura scende a meno cinque-sei per cui la neve, per legge fisica, diventa ghiaccio.
Animali non se ne vedono. Molto facilmente sono nel loro rifugio o nel sottobosco.
Penso al mio zaino dove ci sono dei panini al formaggio. Penso a loro che in questo momento l’erba è coperta dal manto nevoso.
Un timido e ghiacciato sole appare nel cielo per qualche minuto poi una nuvola lo copre.
Oramai sono arrivata sull’Asolone, su quel monte teatro delle vicissitudini belliche.
Una croce ricorda e fa da monito.
L’altezza qua è di 1.500 metri, l’aria fredda sferza sul mio viso e le mani anche se coperte da guanti termici risentono della temperatura.
Sullo spiazzo si po' ammirare molto bene la pianura sottostante con il suo nucleo di costruzioni e gli appezzamenti di terreno che formano la pianura veneta, le colline dei colli asolani, dei colli berici, dei colli euganei.
La visuale in lontananza è un po' offuscata per cui non si possono vedere la laguna di Venezia e gli Appennini.
Uno sguardo ancora all’incanto, un grazie alla Natura e mi avvio sulla strada del ritorno alla mia abitazione.