Le carrube: albero e frutti dimenticati

Oramai in Veneto alberi di carrube se ne vedono pochi e quelli rimasti sono rarità.
L’albero di carrube è una pianta sempreverde. Sembra sia stata importata dal medio-Oriente.
La pianta è resistente alla siccità e le sue radici sono molto profonde.


Un tempo era coltivata un po' ovunque sia per il suo legno che i suoi  frutti chiamati carrube.

Siamo abituati a conoscere il legno di ciliegio, di quercia, di pino, di betulla, di tiglio per fare i mobili.
Del legno dell’albero di carrube nessuno ne parla e forse questo perché la pianta  è di difficile reperibilità.
E’ da sapersi comunque che il suo  legno è molto apprezzato per la sua durezza e resistenza.
Un tempo, nel Veneto, con questo albero venivano fatte le ciotole per il cibo e la base degli strumenti agricoli come i rastelli o i manici dei vari attrezzi.

Se nelle campagne Venete questi alberi sono pressoché scomparsi a livello, mi si permetta il termine, industriale sono ancora coltivati perché dalle carrube viene prodotto un addensante naturale chiamato gomma di carruba utilizzato nell’industria alimentare per migliorare la consistenza soprattutto delle salse.

Questi frutti sono delle lunghe bacche legnose. La loro lunghezza si aggira dai 10 ai 30 centimetri. Sono ricchi di nutrienti. Come proprietà sono fonti di minerali e ricche di fibre. All’interno del baccello, che è coriaceo, c’è una polpa dolce e commestibile e i semi che logicamente si togliere.

La maturazione dipende dal clima. In Veneto maturano da settembre fino a novembre. Quando il frutto da verde diventa marrone significa che è maturo. Il suo colore va dal marrone chiaro al marrone scuro quasi nero.

Il sapore di questi frutti è dolce e sul cioccolatoso.
Precisazione: questi frutti non vanno mangiati perché al loro interno i semi che hanno sono indigesti, vanno solo succhiati.
Dico questo perché così mi è stato insegnato da piccola.
Nella casa patriarcale dove ho vissuto la mia infanzia c’era un grande albero di carrube, poi tolto a seguito della urbanizzazione e le carrube che produceva erano veramente tante al punto che quelle in eccesso venivano macinate e date agli animali.
Il frutto veniva essiccato e poi con esso preparato una specie di caffè.
Sempre nella casa patriarcale veniva fatto con le carrube una specie di bombon.
Si denocciolavano, si facevano essiccare e si macinavano. Si aggiungeva datteri macinati, uvetta e noci macinate, un po' di vaniglia per insaporire e un po' d’olio e si formavano delle palline.
Si passavano queste nel cacao mescolato con un po' di zucchero e poi si disponevano in un vassoio.
E… il bombon era pronto per essere mangiato.

Sempre con le carrube denocciolate, essiccate e macinate e con l’aggiunta di cacao, zucchero e acqua veniva preparata una salsa di cioccolata e in questa si inzuppavano i biscotti secchi.
Il più delle volte era la merenda della domenica.

Con le carrube venivano preparate anche bevande. Si faceva bollire l’acqua poi si mettevano in infusione per dieci minuti circa. Se vengono lasciate oltre la bevanda può risultare amara.

 

 

 

"The Carob: Forgotten Tree and Fruits"
In Veneto, carob trees are now rare, with few remaining, making them a rarity. The carob tree is an evergreen plant that seems to have been imported from the Middle East. The plant is drought-resistant, and its roots are very deep.

Once, it was cultivated almost everywhere for both its wood and its fruits called carob pods.

We are used to knowing cherry wood, oak wood, pine wood, birch wood, and lime wood to make furniture. No one talks about carob tree wood, perhaps because the plant is hard to find. However, it's worth knowing that its wood is highly appreciated for its hardness and resistance. In the past, in the Veneto region, this tree was used to make bowls for food and the base of agricultural tools like rakes or handles for various implements.

Even though carob trees have almost disappeared from the Venetian countryside on an industrial level, they are still cultivated because carob pods are used to produce a natural thickening agent called carob gum, which is used in the food industry to improve the consistency of sauces, especially.

These fruits are long, woody pods, ranging from 10 to 30 centimeters in length. They are rich in nutrients, minerals, and fibers. Inside the tough pod, there is a sweet, edible pulp and seeds that are logically removed. The ripening depends on the climate. In Veneto, they ripen from September to November. When the originally green fruit turns brown, it means it's ripe. Its color varies from light brown to almost black.

The taste of these fruits is sweet and chocolatey. Clarification: these fruits should not be eaten because the seeds inside them are indigestible; they should only be sucked. I mention this because it's how I was taught as a child. In the patriarchal house where I spent my childhood, there was a large carob tree, later removed due to urbanization. This tree produced so many carob pods that the excess ones were ground and given to animals. The fruit was dried and then used to make a kind of coffee.

In the same patriarchal house, a kind of candy was made with carob pods. They were pitted, dried, and ground. Dates, raisins, and ground nuts were added, along with a bit of vanilla for flavor and some oil. These ingredients were shaped into balls. These balls were rolled in cocoa mixed with a bit of sugar and then arranged on a tray. And... the candy was ready to be eaten. Also, with pitted, dried, and ground carob pods, along with the addition of cocoa, sugar, and water, a chocolate sauce was prepared, and biscuits were dipped into it. Most of the time, this was our Sunday snack. Carob pods were also used to make drinks. Water was boiled, and the carob pods were steeped for about ten minutes. If left longer, the drink could become bitter.

PayPal - The safer, easier way to pay online!

Sostieni il nosto lavoro con una donazione

Save